Renato Teruzzi (Brugherio 3/9/1926 – Monza 10/7/1983)
Renato Teruzzi nasce a San Damiano. Cresce tra il campo di calcio
e l’oratorio dove si forma anche all’impegno sociale e politico. All’oratorio
sboccia anche la sua passione per il teatro tanto che giovanissimo, durante la
guerra, si reca spesso in bicicletta a Correzzana dove aiuta Don Alessandro ad
organizzare una compagnia amatoriale. Una sera, proprio rientrando da
Correzzana dopo il coprifuoco, trova un posto di blocco sulla discesa di Lesmo
e a luci spente lo passa a tutta velocità dileguandosi poi per i campi.
All’oratorio respira l’antifascismo di molti uomini cattolici della
Parrocchia, come Enrico Casati, dirigente del CNL, che diverrà poi sindaco di
Brugherio. Nell’aprile del 1945, non ancora diciannovenne, aderisce alla 27^
Brigata del Popolo e partecipa ad alcune azioni partigiane. Con altri compagni
a più riprese blocca e disarma alcuni repubblichini e tedeschi in fuga ma
soprattutto con alcuni giovani (fra cui sicuramente Riva Pierino di S. Albino)
viene incaricato di infastidire una colonna di tedeschi in ripiegamento
sull’autostrada in direzione Bergamo. I partigiani si appostano nelle campagne
verso Cernusco ma sono armati solo di qualche vecchio moschetto. La colonna
tedesca reagisce al fuoco con le proprie mitragliatrici. Riva Pierino viene ferito
ad un ginocchio. Trascinato dai compagni viene nascosto in un armadio, in un
cascinale vicino. Ma i tedeschi lo trovano e lo piantonano all’Ospedale vecchio
di Monza in attesa di trasferirlo in Germania. Nella notte però, con l’ausilio
di una suora e approfittando di una distrazione della guardia, i compagni
entrano in ospedale con un furgone e riescono a farlo scappare. Nell’immediato
dopoguerra, in occasione delle prime elezioni, in un clima di minacciata guerra
civile, per alcune notti Renato dorme all’addiaccio a tutela dei seggi. In
questa occasione si ammala di TBC e viene ricoverato per più di due anni al
sanatorio di Arco di Trento dove viene sottoposto a cure dolorose e vede morire
parecchi giovani compagni di malattia. Riesce a sopravvivere grazie al chinino
che i medici della Falck (una grande azienda siderurgica) fanno arrivare
dall’America. Già da qualche anno infatti lavora in questa azienda dove è
entrato da fattorino e in cui diventerà col tempo Direttore Amministrativo dei
servizi infermieristici. All’epoca la TBC è una malattia spesso implacabile e
avvolta anche da uno stigma sociale. Renato tuttavia riprende a giocare a
calcio, con un polmone solo ma con più grinta di prima. Sposa anche la sua
fidanzata di sempre, Enrica Riva, che a sua volta non si lascia condizionare
dal parere contrario di molti. Molto presto Renato diventa un riferimento
importante per il mondo cattolico locale impegnato in politica. Per moltissimi
anni è segretario della sezione di S. Albino e San Damiano della D.C. Nel 1982
accetta anche la nomina a segretario della D.C. di Monza, carica che mantiene
lo stretto necessario per consentire un accomodamento alle diverse correnti in
conflitto che trovano solo nella sua persona una guida accettabile da tutti.
Infatti pur legato alla “sinistra di base” dell’amico Marcora (già giovane
comandante partigiano) Renato Teruzzi è un uomo pragmatico, mediatore, mosso
sempre dal desiderio di realizzare il bene comune più che da ambizione
personale. Ubaldo Paleari riferisce che un po' sul serio e un po' per celia
qualcuno lo definiva "lo Zaccagnini di Monza". Queste caratteristiche
anche in un clima di contrapposizione feroce fra forze cattoliche e socialiste
gli consentono di trovare convergenze importanti anche con gli avversari
politici, come nella realizzazione della Cooperativa Unitaria di Via Mameli.
Quello della cooperazione è infatti un altro settore in cui Renato
Teruzzi si impegna, convinto che soprattutto la costruzione cooperativa di case
dignitose ed economiche per i giovani potrà mantenere una comunità coesa e
vitale. Così ben presto si dedica alla realizzazione della Cooperativa situata
al di là di Via Adda (vicino a Cascina Ratti) e successivamente alla Cooperativa
Bassani e a quella dei Salerioni. La passione per la comunità
sandamianese/santalbinese intesa come un mondo complesso ma unitario lo spinge
ad un lavorio di mediazione con le due amministrazioni di Monza e Brugherio che
partorisce la realizzazione della scuola media consortile (l'attuale De
Filippo). Parallelamente si impegna nel campo dello sport inteso come
divertimento popolare ma anche come spazio di sana socializzazione e di
coesione comunitaria. Collabora agli sviluppi della pallacanestro parrocchiale
e col suo impegno consente la realizzazione dell’area sportiva di Via Murri
dove per alcuni anni si svolge anche un torneo dedicato alla sua memoria. Fino
agli sgoccioli della sua purtroppo piuttosto breve esistenza si impegna poi sul
palcoscenico con la compagnia teatrale Cascina Bastoni che anima da attore e
regista e con la sua bella voce baritonale collabora anche alla corale
parrocchiale. Per alcuni anni siede nel Cda dell'Ospedale San Gerardo di Monza
e per molti anni in quello di Villa Serena diretta allora dal Professor
Baldoni. A coronamento di quanto realizzato nel sociale negli anni 80 viene
insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Ma al di là della
sua vita pubblica i familiari vogliono testimoniare soprattutto l’impegno
quotidiano, gratuito e silenzioso a favore di chiunque avesse bisogno. Per
decenni, con cadenza quasi quotidiana, presso la sua abitazione di Sant’Albino
si sono recate persone richiedenti lavoro o assistenza per le pratiche
pensionistiche e di invalidità. A tutte, senza distinzioni di credo o partito,
ha dedicato ascolto e disponibilità.
Cavaliere della Repubblica |
giovanissimo partigiano
Renato è il primo a destra in piedi, col moschetto in spalla
http://www.url.it/muvi/bacheca/nuovi/teruzzi/teruzzi3.htm
http://tuttafarinadelnostrosacco.myblog.it/renato-teruzzi/
in fondo alla pagina alcune azioni cui ha partecipato ad aprile 1945 |
.......
Una bella lettera di Ubaldo Paleari che dice molto della persona di Renato
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