sabato 13 settembre 2014

RIVA GUIDO, FRATELLO DI MIO NONNO PAOLO












Posted on 29 ottobre 2013

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Riva Guido durante la prima guerra mondiale - a destra in una delle ultime foto

Tra i figli di Davide Riva il maggiore è Riva Guido, nato a Monza nel 1877. Fa la terza elementare e poi inizia subito a fare il muratore. Quando ha solo una decina d’anni viene messo sul treno tutto solo e approda a Parigi dallo zio Gerardo. 
Riva Gerardo





Guido in realtà già da qualche anno faceva il muratore. Aveva anche convinto il fratello Paolo (mio nonno) a lasciare la scuola all’inizio della quarta per andare a lavorare con lui in cantiere.
Un giorno i due piccoli Riva commisero addirittura un misfatto contro la Famiglia Reale! Guido infatti aveva l’incarico di fare la spesa di pane e companatico per i muratori del cantiere. Andava ad acquistare il pane in Via Italia, in una rinomata panetteria fornitrice della Real Casa. Spesso infatti i Savoia erano in Villa Reale a Monza per le vacanze. In quella occasione Guido vide all’ingresso un saccone ricolmo di piccole tartine fumanti. Senza dare nell’occhio affondò le mani nel sacco ed infilò una tartina per ogni dito. Poi corse col fratellino Paolo a godere il frutto della monelleria nell’ attigua chiesina di S. Maria in Strada. Per fortuna nessuno li aveva scoperti!
Tornando a Parigi in realtà là si era insediata una colonia abbastanza ampia di muratori e artigiani italiani e più di un santalbinese. Un’altra sorella di Riva Davide, Giuseppina detta Pinoeu, abitava là da tempo, avendo sposato un ‘imprenditore di Sovico che là operava. E anche in seguito approdarono da S. Albino in Rue de la Tombe Issoire le due sorelle Della Torre, figlie di Enrico Della Torre detto Rico (dieresi). Rico era proprio figlio della Riva Giuseppina (Pinoeu), sorella di Davide, appena citata.   
Dunque Guido Riva approda dagli zii a Parigi prima del 1890. Probabilmente proprio lì comincia a frequentare la politica. Diventerà poi un socialista “massimalista”. Non sappiamo quale percorso lo condurrà a Zurigo. Forse un’offerta di lavoro oppure dissapori con lo zio legati al suo impegno politico. 
In ogni caso emigra a Zurigo. Qui sicuramente frequenta "Il Cooperativo”, un locale che è il centro di ritrovo del socialismo zurighese e degli italiani fuoriusciti e che esiste ancora oggi, in Militarstrasse. Probabilmente Guido ne è anche gerente per un periodo, come testimonia questa cartolina (vedi anche: http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo
 e http://www.cooperativo.ch/2010/)


Riva Guido, la moglie Ottilia Kuster e amici socialisti davanti a "IL Cooperativo"

Poi Guido apre una “Trattoria Lombarda” nella stessa Militarstrasse. Abbiamo la foto che lo riprende con la famiglia e con un bel menù tipicamente lombardo in bella vista. Di certo nella sua trattoria, dove lavora con la compagna Ottilia Kuster (che i Riva però chiamano Elisa), ospita (spesso gratuitamente) socialisti di tutta Europa, dalla Balbanoff  al giovane Mussolini, allora probabilmente renitente alla leva (siamo attorno al 1907). I crediti vantati nei confronti di Mussolini sono cosa certa come conferma la convocazione diretta fatta dal Duce in persona che lo chiama al “Covo” di Milano, episodio di cui abbiamo già parlato sopra. 

ps. mi sono accorto molto dopo che in una sua lettera Mabel, moglie di Kurt mi scrisse di ricordare che sua suocera Anna Riva (figlia di Guido Riva) diceva che da piccoola era stata molte volte sulle ginocchia di Mussolini (ovviamente, dice mael prima che lui diventasse fascista!).

Non è poi  infrequente che gli altri fratelli Riva, divenuti intanto abbastanza benestanti, debbano foraggiare Guido  economicamente. A volte gli inviano da Monza interi vagoni di verze per fare una cassoeula davvero”nostrana”.
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Nota su Zurigo

Alla Militärstrasse

Dal 1912 il ristorante si era trasferito al numero 36 della Militärstrasse e ospitava la redazione dell’Avvenire dei lavoratori, un giornale che contra-stava le spinte nazionaliste e autoritarie che si manifestavano in Italia e in Germania. Al Cooperativo affluivano le notizie elaborate dagli esuli che avevano nomi celebri come Nenni, Saragat, Modigliani e lo scrittore Igna zio Silone. Ri-spedivano i loro messaggi di resistenza oltre frontiera attraverso corrieri che mettevano a repentaglio la loro vita. Da Zurigo passarono antifascisti come Giacomo Matteotti (di cui il Cooperativo conserva un ritratto) o i fra-telli Rosselli trucidati dagli sgherri di Mussolini. Quando anche la Francia cadde, l’unico giornale italiano che si opponeva al nazifascismo fu l’“Avanti”, trasferito da Parigi a Zurigo. Il direttore nomina-le fu Pietro Bianchi, un muratore comasco naturalizzato svizzero che garan-tiva per gli articoli di fronte alle autorità di Berna.
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GUIDO RIVA E OTTILIA KUSTER
Zio Guido di mestiere era muratore. Aveva iniziato a meno di 10 anni. Parecchi lavori in muratura alle “Villette”, in Via Fieramosca a S.Albino li aveva fatti lui. Una volta disse a mia madre: “Se guardi su una bella casa in Via Premuda a Monza (credo: la via di fianco ai Luzzara) c’è una data in cemento. L’ho fatta io!”. 
Zio Guido era piuttosto piccolo ma di aspetto fine. Come già detto era un socialista massimalista e come tale pare che si sia sposato con la compagna Ottilia solo in comune dopo una lunghissima convivenza e tre figlie! Pare l'abbia fatto solo quando fece il tentativo di venire con la compagna a vivere coi Riva e su insistenza di sua madre Marièt.
Zio Guido era abbastanza bizzarro. Spesso amava stare nel fienile. Mia mamma ricorda distintamente che una volta lei e forse qualche altro cuginetto erano saliti sul fienile con lui. Zio Guido, molto serio disse loro: “Adess quant a riva la zia Elisa (così in famiglia chiamavano Ottilia) la portum su chi e puff…la trem giù”. Ovviamente deve esersi divertito un mondo a guardare lo spavento dipinto sul volto dei piccoli!
I fratelli avevano fatto il possibile perché la coppia stesse assieme. Una volta prepararono l’appartamento per i due nella casa dei Riva e perché lei si sentisse a suio agio fecero addirittura il bagno in casa (forse il primo di tutto il paese). Ma evidentemente i due erano troppo diversi. Zio Guido fin troppo italiano e Zia Elisa fin troppo sfizzera tetesca. Così alla fine zio Guido con la figlia Irene vissero in Italia mentre Zia Elisa con le figlie Anna e Rosa restarono a Zurigo. In raeltà ho sapputo recentemente che la prima separazione fu legata alla guerra (la prima guerra mondiale). Zio Guido volle tornare a combattere per la sua patria e lasciò a Zurigo Anna, la figlia più grande, perchè aiutasse la mamma ad accudire la piccola Rosa. Con sé Guido portò Irene, la mezzana, che così visse nella famiglia di mio nonno Paolo. Mia madre la chiamò sempre zia nonostante fosse cugina, data la notevole differenza d'età. Dopo la guerra Irene non volle tornare a Zurigo, dove era nata e vissuta fino a circa 12 anni perchè ormai aveva qui le sue amicizie. Con Rosa (che non ebbe figli) i rapporti futrono sempre piuttosto labili. Anna invece fu sempre molto legata ai suoi parenti italiani e venne spesso a trovarli. Ancora da anziana alla divisione dell’eredità di Zia Chiarina non avrebbe disdegnato ricevere un piccolo locale dove poter venire di tanto in tanto. Purtroppo però le case erano piccole e vecchie e gli eredi troppo numerosi. Anna era molto vivace, simpatica ed estroversa. Da questo punto di vista probabilmente assomigliava al padre. Sua nipote Patti, figlia di Kurt, dice che sicuramente sentiva dentro di sé il legame con il suo sangue italiano e forse anche con il suo essere “Riva di Foi” (legame condiviso anche da Kurt e dalla stessa Patti). Anch’io la incontrai varie volte a S. Albino e anche a Zogno dove d’estate stavano mia Zia Amelia e mia nonna Virginia. Attorno ai 18 anni poi andai a trovarla a Zurigo con i cugini Giltri. Secondo mia madre più di una volta Anna ebbe a dire che gli svizzeri sono troppo freddi. A prova di ciò diceva:” Se gli italiani incontrano una mamma con la carrozzina subito dicono: che bel bambino! Gli svizzeri invece dicono: che bella copertina!”. L’ultima volta che ho visto Kurt lui mi detto che al funerale la bara era coperta di garofani rossi e che la banda ha suonato l’Internazionale. Perché la mamma “era rimasta sempre così” aggiunse facendo il verso del pugno chiuso alzato. La cosa mi è stata confermata anche da Edi, figlio di Edoardo (fratello di Kurt) e nipote di Anna. Kurt, figlio di Anna, anche per i suoi impegni professionali tornava spesso in Svizzera dal Canada ed è venuto varie volte a trovarci. Una volta ricordo che è venuto con Mabel e i figli Henry e Danny. Un’altra volta è venuta Patti da sola perchè interessata ad una manifestazione di moda in Italia. E mi pare che l’abbiamo accompagnata al cimitero a vedere i nostri morti, compresa la tomba del suo bisnonno Guido Riva. L’ultima volta che ho visto Kurt è stato molto toccante. Ha voluto fare una foto stando al centro, abbracciato a tutti noi e mentre Mabel ci inquadrava ha detto con grande commozione e gioia :“Mia familia!”. Kurt, come la sua mamma è una persona vivace e gioiosa, molto affettuoso. Mia madre dice che da giovane una volta aveva visto la foto di Kurt e aveva pensato: “Quando sono grande sposo il Kurt”. E anche a Kurt era occorsa la medesima cosa vedendo la mamma in foto!
La relazione di Guido con Ottilia fu probabilmente un po’ burrascosa: lui “troppo italiano” e lei “troppo svizzera tedesca”. Così la figlia Irene crebbe in Italia con la famiglia paterna mentre Rosa ed Anna crebbero a Zurigo con la mamma. Kurt, figlio di Anna, da poco scomparso, si trasferì poi in Canada ed ebbe figli e nipoti che fortunatamente sono ancora in contatto con noi.






foto di Riva Anna, figlia di Guido, sposata con Henry Peyer - coi suoi figli Enrico, Edoardo, Lory, Kurt e Heidi




foto di Riva Irene , figlia di Guido - con il marito Tremolada Giovanni, detto "Barba" e la figlia Luigia (1927 - 2009)



I crediti vantati da Guido nei confronti di Mussolini sono cosa certa. Tanto che agli albori del Fascismo il  Duce  lo fece  convocare di persona al "Covo" dei fasci di Milano. Guido per la verità ci andò ma trovò subito una spiacevole sorpresa. In veste di usciere c'era un suo ex compagno socialista che al suo tono critico ("Sta fé chi ti?”-“Cosa fai qui tu?!”) rispose con molto realismo: " Eh Riva, seri stuff da specià 'l sol dell'avvenire!" (“ero stanco di aspettare che sorgesse il Sol dell’Avvenire, l’alba socialista). Guido girò sui tacchi e mandò dentro la figlia Irene a raccontare che il babbo era a Zurigo e che non poteva rispondere all'appello. Per decenni i familiari lo presero in giro dicendo:” Che stupido! Magari voleva nominarti Viceré dell’Abissinia!”.
Tra le altre notizie annoto che mia madre ha uno stato di famiglia dello Zio Guido di quando era residente a Zurigo.
















































scritto da Enrica Riva
I parenti di Zurigo in visita nel 1925 
Kurt, figlio di Anna Riva Péeyer e nipote di Riva Guido
I parenti di Zurigo e del Canada in visita nel 2014

purtroppo questo  biglieto è stato un pò manomesso (sicuramente non da Enrica)














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