domenica 16 agosto 2015

RIVA GIUSEPPE, DETTO ANCHE "CASERI"

Giuseppe, fratello di mio nonno Paolo aveva un carattere fumantino, talvolta un po' irascibile. Non a caso in famiglia alle volte era soprannominato "Caséri". Un accostamento storico sicuramente un pò azzardato...


vedi sotto chi era in realtà Sante Caserio, da cui venne mutuato il nomignolo.





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da Amici Anpi
16 Agosto 1894 a Lione viene decapitato l'anarchico Sante Caserio. il 24 giugno 1894 uccise il presidente francese Carnot, durante un'apparizione pubblica a Lione, colpendolo al cuore con un coltello rosso e nero. «La patria non esiste per noi poveri operai. La patria per noi è il mondo intero"...


Sante Caserio, fornaio, nato a Motta Visconti l'8 settembre 1873, fu ghigliottinato a Lione il 16 agosto 1894. Anarchico italiano aveva pugnalato a morte ......
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Il 16 agosto 1894 è ghigliottinato a Lione Sante CASERIO, 21 anni, garzone panettiere a Milano, che aveva ucciso col pugnale il presidente francese SADI CARNOT. Ecco l'arringa che pronunciò in tribunale prima della condanna a morte.
«Signori giurati! Non pronuncerò una difesa, ma piuttosto una spiegazione del mio atto.
Fin dalla tenera età, ho imparato che l’attuale società è organizzata in modo pessimo, tanto che ogni giorno ci sono diversi sventurati che si suicidano, lasciando mogli e figli nella più terribile disperazione. Gli operai, a migliaia, cercano lavoro senza poterlo trovare. Ci sono famiglie povere che chiedono l’elemosina per mangiare e tremano per il freddo; esse si trovano nella più grande miseria; i più piccoli chiedono da mangiare, e le loro povere madri non possono dargliene perché non hanno niente. Tutto quello che era in casa è già stato venduto o scambiato. Tutto quanto possono fare è solo di chiedere l’elemosina, e spesso vengono arrestate per vagabondaggio.
Ho lasciato la mia terra natale perché mi veniva spesso da piangere nel vedere delle bambine di otto o dieci anni, costrette a lavorare 15 ore al giorno per una paga miserabile di 20 centesimi. Vi sono ragazze di 18 o 20 anni che lavorano anche 20 ore al giorno per un salario ridicolo. E questa non è solo la sorte dei miei compatrioti, ma di tutti gli operai che sudano tutto il giorno per un boccone di pane, nonostante che il loro lavoro crei molta ricchezza. Gli operai sono costretti a vivere nelle condizioni più miserabili, e il loro cibo consiste in un po’ di pane, qualche cucchiaiata di riso, e dell’acqua; così quando arrivano a 30 o 40 anni, sono morti di fatica e vanno a finire i loro giorni negli ospedali.
Inoltre, conseguenza di una cattiva alimentazione e del sovraffaticamento, queste tristi creature sono, a centinaia, divorate dalla pellagra – una malattia che, nel mio paese, colpisce, come dicono i dottori, quelli che sono malnutriti e conducono una vita fatta di fatica e privazioni.
Io mi sono reso conto che vi sono molte persone che hanno fame e molti bambini che soffrono, mentre il pane e gli abiti abbondano nelle città. Ho visto molte industrie piene di abiti e di prodotti di lana, e ho visto anche dei magazzini che traboccano di grano e granturco, che servirebbero a chi ne ha bisogno. E, dall’altro lato, ho visto migliaia di persone che non lavorano affatto, che non producono niente e che vivono grazie al lavoro degli altri; che spendono ogni giorno migliaia di franchi per divertirsi; che corrompono le figlie degli operai; che possiedono abitazioni di quaranta o cinquanta stanze; venti o trenta cavalli; molti servitori; in una parola, tutti i piaceri della vita.
Io credo in Dio, ma quando vedo una tale diseguaglianza tra gli uomini, mi rendo conto che non è stato Dio a creare l’uomo, ma l’uomo a creare Dio. Ed ho scoperto che sono quelli che vogliono proteggere le loro proprietà ad avere interesse a predicare l’esistenza del paradiso e dell’inferno, e a mantenere il popolo nell’ignoranza.
Poco tempo fa, Vaillant ha lanciato una bomba nella Camera dei Deputati, per protestare contro l’attuale sistema della società. Non ha ucciso nessuno, solo ferito qualche persona; ma la giustizia borghese l’ha condannato a morte. E, non soddisfatta della condanna dell’uomo colpevole, ha perseguitato gli Anarchici e arrestato, non solo quelli che conoscevano Vaillant, ma anche quelli che erano presenti ad una pubblica lettura anarchica.
Il governo non ha pensato alle loro mogli e ai loro figli. Non ha pensato che l’uomo detenuto in cella non è l’unico a soffrire, che i piccoli chiedono il pane. La giustizia borghese non si è fatta turbare dal caso di questi innocenti, che non sanno nemmeno che cosa sia la società. Non è colpa loro se il loro padre è in prigione; chiedono solo da mangiare.
Il governo viene a frugare nei domicili privati, ad aprire lettere personali, a vietare letture pubbliche e incontri, a praticare l’oppressione più infame contro di noi. Anche oggi, centinaia di Anarchici sono arrestati solo per avere scritto un articolo in un giornale o espresso una opinione in pubblico.
Ebbene, se il governo usa contro di noi i fucili, le catene, le prigioni, dovremmo forse noi, gli Anarchici, noi che difendiamo la nostra vita, restare chiusi in casa? No. Al contrario noi rispondiamo al governo con la dinamite, le bombe, i coltelli, i pugnali. In una parola, noi dobbiamo fare quello che è possibile per distruggere la borghesia e i governi. Signori della Giuria, voi siete i rappresentanti della società borghese. Se volete la mia testa, prendetevela; ma non crediate che in questo modo fermerete il movimento anarchico. Fate attenzione, l’uomo raccoglie ciò che semina»


 


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