giovedì 29 ottobre 2015

Dalle carte di mia madre non solo immaginette funerarie

Dopo la morte di mia madre sto frugando pian piano fra le sue carte. Alla fine ho deciso di scannerizzare almeno le foto dei parenti che lei conservava gelosamente e corredava di note e memorie. Le altre, quasi un intero paese, penso le affiderò al Sangalli o a Edoardo Fossati perchè sono comunque un patrimonio di visi e date da non perdere. Intanto il blog comincia ad assomigliare ad un piccolo cimitero. Ma col tempo spero di corredare le foto di ricordi. Di alcuni potrei già scrivere pagine e pagine. Di altri, per ora, quasi nulla. Ma già ora da quelle scarne notizie escono proprompenti storie come quelle della piccola bisnonna Mariet che a sei anni lavorava in filanda o quella dello zio Guido che a 10 anni viene messo sul treno per Parigi. O storie dolorose come quelle dei tanti "morticini", spesso senza nome, che sono stati i fratellini dei nostri bisnonni e nonni. Quella del piccolo Davide, fratellino di mia madre morto prematuramente; quella di Marco la cui mamma morì di parto; di Riva Enea, morto in Grecia durante la seconda guerra mondiale o di Vertemati Luigi, morto e sepolto a Trieste durante la prima guerra mondiale. Un bagaglio di vicende umane che i miei mi hanno tramandato con rispetto e che al di là del legame di sangue fanno la sostanza di una visione della vita, e della morte, che è forse il lascito più solido che "i nostri vecchi Riva" ci hanno trasmesso. Una vita semplice, scarna, fatta di lavoro  e sacrifici ma anche di capacità di accettare quanto viene, di curiosità, voglia di imparare, senso della dignità e del rispetto per gli altri e per sé stessi.

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