sabato 31 ottobre 2015

QUANDO UN VECCHIO MUORE BRUCIA UNA BIBLIOTECA


In questa lettera di Suor Gloria a mia madre ritrovo il senso del lavoro che sto facendo. In modo un po' caotico e frettoloso sto cercando comunque di fermare un po' della nostra memoria prima che sia tardi. Già oggi mi ritrovo quotidianamente a rimpiangere di non aver dedicato sufficiente tempo ed attenzione ai racconti di mia madre.
Come dicono gli africani quando un vecchio muore brucia una biblioteca...


E poi vorrei testimoniare ai nostri parenti più giovani che ormai vivono in un contesto del tutto diverso il senso di un legame così forte che informava le vite di tutti i nostri vecchi. In fondo, come ben mi ha insegnato l'adozione, si è famiglia non solo e non tanto per un legame di sangue, ma soprattutto se lo si desidera, se si ama entrare in una relazione ricca e si gode del piacere di condividere la propria esistenza con gli altri. Proprio in questi giorni ho sentito parlare di una ricerca intitolata "Affetti da adozione". Essa indica che l'adozione ha contribuito a produrre un nuovo e più aperto modello di famiglia, prodromo di una convivenza umana migliore. I nostri vecchi lo sapevano già, tanto che tra i miei "parenti" più affettuosi ci sono stati "quelli di Castano". Il legame d'origine era stato semplicemente l'invio a balia presso questa famiglia di Castano del cugino di mia madre Terenzio (di Busto Arsizio). Così per me i parenti di Busto (da dove veniva mia nonna Virginia) o quelli di Zogno (dove si era sposata la sorella di mia madre) sono figure presenti ed amate. Oggi il modello familiare è cambiato ma se lo si desidera possiamo riannodarci alle nostre radici comuni che sono fatte di sangue, di genetica, di tracce profonde impresse nei secoli nel nostro DNA ma soprattutto di valori e di insegnamenti che abbiamo il dovere di trasmettere.













































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