lunedì 8 settembre 2014

RIVA – LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Anche durante la seconda guerra mondiale i Riva ebbero il loro daffare. Emilio che già era militare di leva dovette sposarsi e partire di corsa per la guerra. Sia mio zio Emilio che il cugino Marco, figlio di Demetrio ma orfano di mamma ed allattato da mia nonna Virginia, cresciuti come fratelli, finirono in Russia. Emilio era bersagliere nell’autocentro per cui non proprio in prima linea. Marco invece era ufficiale di cavalleria nella Sforzesca. Dopo la sconfitta di Nicolajevka nessuno seppe più nulla di lui. Emilio, spacciando il tenente Marco Riva per proprio fratello ebbe dal comandante l’autorizzazione a tornare verso le linee nemiche per cercarlo. Una sera sentì un vocio in una buca e gli parve di sentir parlare nel nostro dialetto. Allora si fece riconoscere e chiese del tenente Riva ma proprio mentre stava per rispondere il soldato interpellato venne colpito. Poi arrivò a casa una missiva in cui si leggeva distintamente “Il tenente Riva…” ma tutto il resto era cancellato dal tratto nero della censura. Dopo la fine della guerra per molto tempo i familiari andarono a Milano, alla stazione centrale per raccogliere notizie dai reduci ma sempre invano. Finché nel 1946 finalmente Marco tornò sano e salvo. Era stato internato dai Russi e sottoposto anche ad un trattamento di “rieducazione” politica.

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre del 1943 e fino a fine guerra si nascosero a S.Albino due soldati del sud Italia. Vennero nascosti e nutriti dalla popolazione. Mia madre fece loro anche un pò di scuola. In particolare uno si chiamava …Barbaro ed era siciliano, di …..Mia madre era molto severa con lui anche perché nonostante le ripetizioni lui continuava a scrivere imperterrito: “La rosa eni bella; la rosa avi le spine”. Mia madre ogni tanto gli mollava pure qualche scappellotto e lui chiedeva scusa con aria contrita. Ma risultava anche un po’ buffo per via del suo strabismo. Anche dopo la guerra mantenne qualche contatto.
Durante la seconda guerra mondiale mia madre Enrica, che studiava da maestra dalle Canossiane, era stata impegnata dalle suore nella corrispondenza coi militari al fronte. Ci fu anche un militare che le rispondeva in modo un po’ troppo galante e nonna Virginia dovette intervenire per spiegare al giovane che Enrica era troppo piccola e doveva pensare solo agli studi…
Ad Enrica un giorno venne anche consegnata una lettera per i familiari di……che abitava nella Curt……..(qualcuno si riconosce?) In tutta buona fede, ritenendo si trattasse di una delle solite corrispondenze dal fronte non consegnò immediatamente la lettera nel primo pomeriggio ma si recò in corte verso sera. Consegnò la lettera e rimase impietrita quando dalle urla di gioia e di richiamo dei parenti comprese che quella era la prima notizia proveniente da un soldato che ormai tutti credevano morto.

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