IL VALORE ASSOLUTO.
Tutte le mattine di Natale e tutte le mattine di Pasqua, se volevi incontrarci, ci trovavi al cimitero cittadino. Per me e mio fratello è stato un appuntamento fisso per anni. Da quando eravamo piccoli fino a non molto tempo fa, finita la messa, mio padre ci portava là a trovare i nonni. Ricordo perfettamente, come se guardassi un film in bianco e nero, noi tre insieme mentre camminiamo lungo i vialetti del cimitero. Mio padre al centro, io e Teo al suo fianco. Mio padre ha sempre avuto un profondo rispetto per la memoria di chi non c'è più. Venire a onorare chi l'ha accompagnato per tutta una vita è per lui un valore assoluto. Un valore da coltivare, condividere e trasmettere. E la cosa che più mi sorprende ripensando a quei momenti è lo spirito con cui mio padre entrava con noi in cimitero. Mai triste, mai con quella mesta aria di sofferenza e dolore che l'iconografia del visitatore di cimitero prevede. Lui lo faceva col sorriso e la gioia di chi va' a trovare un parente a casa in un giorno di festa. E nel camminare ogni tanto si fermava davanti a qualche tomba. Si faceva il segno della croce e....."... ragazzi questo era un mio amico. Da giovani ne abbiamo fatte di tutti i colori..." e partiva col racconto dell'aneddoto di quella volta che l'hanno combinata grossa. Altri quattro passi e... "Questo signore faceva il medico. Lo conoscevo molto bene. Una brava persona. Qualche volta siamo andati allo stadio insieme." Per tanti volti nelle fotografie sui monumenti aveva un ricordo. È a me sembrava che conoscesse tutti e per tutti aveva ricordi e parole di rispetto. La sua storia, il suo vissuto e le sue memorie era come se in quel luogo fossero state cristallizzate per rimanere eterne. Arrivati alla tomba dei nonni mio padre tirava fuori straccio e scopetta e insieme pulivamo la tomba dagli aghi di pino. Un atto d'amore verso i suoi genitori e forse un modo per mio padre di restituire loro una parte di premure, attenzioni e affetto ricevuti in vita.
Questa sua maniera di fare visita ai defunti me l'ha trasmessa. Quando entro in cimitero mi pervade un senso di pace e serenità. So che lì posso parlare e salutare chi mi ha accompagnato per tutta la vita. E i miei occhi non vedono le sbiadite foto di persone defunte ma storie di persone con colori ancora vividi. Persone che vivranno in eterno nel mio cuore.
Adesso sono anni che non andiamo più insieme. Il matrimonio e i figli mi hanno portato in dote nuove abitudini. L'abitudine di una visita in cimitero però, quella no, non l'ho persa. Tutte le domeniche mattina durante le mie camminate, il passaggio in cimitero è diventato un appuntamento che aspetto tutta la settimana.
E mentre sto scrivendo ho giurato a me stesso che quest'anno, la mattina di Natale, insieme ai miei figli, voglio andare in cimitero con mio fratello e mio padre, in un giorno che per noi, che siamo cattolici, rappresenta il giorno della nascita e della vita. Così da riunire ancora una volta la mia famiglia. Il mio valore assoluto.
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Questa sua maniera di fare visita ai defunti me l'ha trasmessa. Quando entro in cimitero mi pervade un senso di pace e serenità. So che lì posso parlare e salutare chi mi ha accompagnato per tutta la vita. E i miei occhi non vedono le sbiadite foto di persone defunte ma storie di persone con colori ancora vividi. Persone che vivranno in eterno nel mio cuore.
Adesso sono anni che non andiamo più insieme. Il matrimonio e i figli mi hanno portato in dote nuove abitudini. L'abitudine di una visita in cimitero però, quella no, non l'ho persa. Tutte le domeniche mattina durante le mie camminate, il passaggio in cimitero è diventato un appuntamento che aspetto tutta la settimana.
E mentre sto scrivendo ho giurato a me stesso che quest'anno, la mattina di Natale, insieme ai miei figli, voglio andare in cimitero con mio fratello e mio padre, in un giorno che per noi, che siamo cattolici, rappresenta il giorno della nascita e della vita. Così da riunire ancora una volta la mia famiglia. Il mio valore assoluto.
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E ora quanti altri si sono aggiunti! Molti sono andati all'età giusta, come mia madre. Altri meno, come mio padre. Taluni, come Paolo e Luisa, li ho lasciati con strazio e fatico ancora ad accettarlo. Ma alla fine anche io, piuttosto miscredente, ci vado sereno e quasi impaziente, come se tutti i nostri cari mi stessero aspettando e non volessi far tardi al nostro abituale appuntamento.
Paolo T
Belle parole quelle di Iano e grazie zio per aver completato lo scritto con il racconto di quello che abbiamo vissuto io,la Vini e la Lally con la nonna Icca che ci ha cresciute tutte e tre assieme e che ogni mattina d'estate (quando non c'erano asilo e scuola) ci portava al cimitero.
Tutte le mattine!andavamo a trovare il nonno Rena come se lui fosse lì ad aspettarci e facevamo il giro di tutti i parenti perché lei ci teneva a pulire tutte le tombe e a spiegarci le varie parentele (che noi ovviamente non ascoltavamo perché intente a giocare).Per noi era un appuntamento fisso, avevamo sempre molto da fare:raccogliere petali di fiori rinsecchiti e lumini mezzi vuoti per poi estrarne la cera e creare dei miscugli profumati e soprattutto avevamo la nostra "pizzeria"da aprire tutte le mattine proprio vicino alla tomba del nonno (un gioco che ci siamo inventate giocando su un vialetto di sassolini bianchi).
Ho appreso in età adulta che mio papà si era per anni preoccupato che queste "escursioni"ci potessero "nuocere"essendo cosi piccole...devo dire che per noi è sempre stato invece un momento di serenità che ricordiamo con gioia ancora oggi.
(Continuiamo comunque a far confusione con l'albero genealogico 😬😅)
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