Martinengo Dino era l'ultimo di 4 fratelli. Era un "milanesone" anche se i genitori erano di origine veneta. Era un omone e si dedicò al pugilato come peso massimo. Collaborò anche col celebre allenatore Raffa. Allenò un cugino di nome Fabiani, anche lui di origine veneta, che era una grande promessa ma che morì molto giovane in un incidente stradale. Dino lo ricordava sempre. Dino aveva i capelli bianchi perché in guerra gli era esplosa una bomba vicino. Però da giovane lo chiamavano il "Moro" per la sua carnagione scura e olivastra. (Venitha chiese se era indiano!). Nonostante la mole era tenero. Adorava la moglie Angela Regorda che era una persona di straordinaria simpatia e vitalità. L' "Angiuleta" era inarrestabile e creativa: dipingeva quadretti naive e cucinava con passione. Faceva la cartolaia e faceva da mamma a tutti i militari di origine meridionale che arrivavano nella sua cartoleria di Dergano. In cambio imparava da loro le ricette del Sud. Dino era sempre ai suoi ordini e lei lo comandava ma con dolcezza. Lo accudiva come un bimbo ricambiata da un' affetto sconfinato. La Angiuleta era generosa e quando il cognato Rino (mio suocero) si ammalò non mancava di recarsi ogni domenica da lui per fargli compagnia. Arrivava con la borsa (la sua "gaetana") e tutto il necessario per cucinare. Dino e Angela hanno avuto due figlie: Elisa e Elena. Credo siano state la coppia più tenera, simpatica, innamorata e generosa che abbia mai conosciuto.
L'Angiuleta con Elena |
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