mercoledì 29 aprile 2020

VECCHIE FOTO (MH OK)

Dall'album di mia madre Enrica Riva (con sue note autografe)

Nei prossimi giorni cercherò di associare meglio foto e note (che stupidamente ho dissociato). Per ora accontentatevi! Ci sono anche 2 foto del "Dottor Franco" da girare (spero mi perdonerà!)











































































































































































































































lunedì 23 marzo 2020

MIO PADRE VS RESTO DEL MONDO (MH OK)

Matteo Riva e Silvia Della Torre hanno condiviso un post.
Massimiliano Riva
MIO PADRE vs RESTO DEL MONDO
Cronaca quotidiana di un Munsciasc in tempo di coronavirus.
Mio padre. Classe 1930. "Ma Alura! Se mi devi anda' in dal barbè... podi no?!?"
Io: "no papà...non si può. Non puoi uscire."
Lui: "Ma mi a vò no in macchina! A vò in bicicleta."
Io: "ok.... ma non c'è il blocco delle auto papà. Non puoi uscire di casa. Devi stare a casa"
Lui: "chi l'è ca l'ha di ???"
Io: "È un'ordinanza del Governo. Si esce solo per ragioni di necessità...e poi il tuo parrucchiere è chiuso in questi giorni."
Lui: "Alura se mi vori fa' un gir in paes podi no!"
Io: "no, meglio di no"
Lui: "Ma han di' in televisiun che sa po' anda' a fa' la spesa"
Io: "Devo già andare io. Dimmi cosa vuoi? Te lo prendo io!"
Lui: "No, no. G'ho bisogn nient. Sun a post"
Naturalmente mio padre è informato su tutto. Sa più cose di me. Guarda tg e dibattiti televisivi. È un novantenne brillante, Lui. Guida ancora l'auto e va ancora in bicicletta. E io lo capisco. Capisco tutti i pensionati che in questi giorni girano in bicicletta. Ne hanno viste tante nella loro vita. Hanno superato guerre, miserie, malattie e fame. l'Italia l'hanno costruita loro. Case, strade e opportunità di una vita migliore per noi figli e per i nipoti. Degli highlander invincibili ai quali "qualcuno" adesso dice che non possono uscire di casa! Non possono percorrere le strade che hanno costruito loro. Non possono andare dal giornalaio. E io capisco che per loro è più difficile da accettare. Vedo tutti i giorni orgogliose e autonome pensionate avanzare impavide per la strada. Mascherina sulla faccia come se fosse un elmo. Trolley per la spesa come se fosse una spada. E mi verrebbe voglia di dire loro dal balcone: "Signora stia a casa che è più sicuro". Ma poi penso che da estraneo non ho nessun diritto di dire a una donna che potrebbe essere mia madre quello che deve o non deve fare. Sono fatto così.
Sta a noi nella funzione di figli o di nipoti prenderci cura dei nostri "vecchietti". Convincerli a stare a casa. Prenderci cura delle loro esigenze. Proteggerli e coccolarli. Come loro han fatto con noi per tanti e tanti anni.
"Papà! Sta' a ca' bel tranquill !!!'
Prossimamente anche nella versione in italiano!
Massimiliano Riva
#sonoquelchesono

martedì 31 dicembre 2019

BUON ANNO DAI (E AI) PEYER - HAPPY NEW YEAR FROM (AND TO) PEYER (MH OK)

Ricordando Riva Guido e Ottilia Kuster;  Anna Riva ed Henry Peyer, Edoardo e Kurt

BUON ANNO DAI PEYER DALLA SVIZZERA

Edi, Vreni, Cédric and company



E DAI PEYER DAL CANADA


Henry, Colleen; Danny, Wendy; and company

lunedì 9 dicembre 2019

IL VALORE ASSOLUTO di Massimiliano Riva (MH NO)

IL VALORE ASSOLUTO.
Tutte le mattine di Natale e tutte le mattine di Pasqua, se volevi incontrarci, ci trovavi al cimitero cittadino. Per me e mio fratello è stato un appuntamento fisso per anni. Da quando eravamo piccoli fino a non molto tempo fa, finita la messa, mio padre ci portava là a trovare i nonni. Ricordo perfettamente, come se guardassi un film in bianco e nero, noi tre insieme mentre camminiamo lungo i vialetti del cimitero. Mio padre al centro, io e Teo al suo fianco. Mio padre ha sempre avuto un profondo rispetto per la memoria di chi non c'è più. Venire a onorare chi l'ha accompagnato per tutta una vita è per lui un valore assoluto. Un valore da coltivare, condividere e trasmettere. E la cosa che più mi sorprende ripensando a quei momenti è lo spirito con cui mio padre entrava con noi in cimitero. Mai triste, mai con quella mesta aria di sofferenza e dolore che l'iconografia del visitatore di cimitero prevede. Lui lo faceva col sorriso e la gioia di chi va' a trovare un parente a casa in un giorno di festa. E nel camminare ogni tanto si fermava davanti a qualche tomba. Si faceva il segno della croce e....."... ragazzi questo era un mio amico. Da giovani ne abbiamo fatte di tutti i colori..." e partiva col racconto dell'aneddoto di quella volta che l'hanno combinata grossa. Altri quattro passi e... "Questo signore faceva il medico. Lo conoscevo molto bene. Una brava persona. Qualche volta siamo andati allo stadio insieme." Per tanti volti nelle fotografie sui monumenti aveva un ricordo. È a me sembrava che conoscesse tutti e per tutti aveva ricordi e parole di rispetto. La sua storia, il suo vissuto e le sue memorie era come se in quel luogo fossero state cristallizzate per rimanere eterne. Arrivati alla tomba dei nonni mio padre tirava fuori straccio e scopetta e insieme pulivamo la tomba dagli aghi di pino. Un atto d'amore verso i suoi genitori e forse un modo per mio padre di restituire loro una parte di premure, attenzioni e affetto ricevuti in vita.
Questa sua maniera di fare visita ai defunti me l'ha trasmessa. Quando entro in cimitero mi pervade un senso di pace e serenità. So che lì posso parlare e salutare chi mi ha accompagnato per tutta la vita. E i miei occhi non vedono le sbiadite foto di persone defunte ma storie di persone con colori ancora vividi. Persone che vivranno in eterno nel mio cuore.
Adesso sono anni che non andiamo più insieme. Il matrimonio e i figli mi hanno portato in dote nuove abitudini. L'abitudine di una visita in cimitero però, quella no, non l'ho persa. Tutte le domeniche mattina durante le mie camminate, il passaggio in cimitero è diventato un appuntamento che aspetto tutta la settimana.
E mentre sto scrivendo ho giurato a me stesso che quest'anno, la mattina di Natale, insieme ai miei figli, voglio andare in cimitero con mio fratello e mio padre, in un giorno che per noi, che siamo cattolici, rappresenta il giorno della nascita e della vita. Così da riunire ancora una volta la mia famiglia. Il mio valore assoluto.
L'immagine può contenere: una o più persone e persone in piedi

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E va beh! Allora devo dirti di mia madre Enrica? Le mie figlie e la Iris hanno passato l'infanzia al cimitero con la nonna Icca, giocando coi sassolini bianchi del nonno Rèna. E ovviamente giro completo "di mè Riva". Passando dalla tomba dello "zio Demetrio" col suo monumento (allora) così moderno. Dal "Dottor Franco" con la sua bella e toccante foto nel deserto. Poi dai tuoi nonni e dalla Dina con relativa pulita degli aghi di pino con mia mamma che ogni  volta diceva: "Bella questa tomba e le piante, peccato che si sporca subito...". Dai miei nonni (Paulin con la sua mamma Marièt) e dalla zia Amelia, vicini vicini ai Mariani del Marco. Poi dallo "zio Guido" col suo Cristo sofferente. Poi dallo zio Emilio che aveva sempre sognato una grande cappella di famiglia dove seppellire tutti i Riva e affini. Quasi sempre anche dalla zia Chiarina, quasi vicina all'uscita di Monza. Poi un pensiero al nonno Davide seppellito nella fossa comune e ai vari fratellini e sorelline morti prematuramente. E spesso anche alla tomba del Commendator Riva Gerardo, fratello del "nonno Davide" emigrato chissà come a Parigi a metà del 1800 e divenuto, chissà come, architetto. Per inciso il suo pregevole puttino non è stato trafugato. Su consiglio del Nandino della Ginetta un giorno che ho pulito la tomba l'ho portato a casa prima che qualcun altro lo rubasse.

E ora quanti altri si sono aggiunti! Molti sono andati all'età giusta, come mia madre. Altri meno, come mio padre. Taluni, come Paolo e Luisa, li ho lasciati con strazio e fatico ancora ad accettarlo. Ma alla fine anche io, piuttosto miscredente, ci vado sereno e quasi impaziente, come se tutti i nostri cari mi stessero aspettando e non volessi far  tardi al nostro abituale appuntamento.

Paolo T




Belle parole quelle di Iano e grazie zio per aver completato lo scritto con il racconto di quello che abbiamo vissuto io,la Vini e la Lally con la nonna Icca che ci ha cresciute tutte e tre assieme e che ogni mattina d'estate (quando non c'erano asilo e scuola) ci portava al cimitero.
Tutte le mattine!andavamo a trovare il nonno Rena come se lui fosse lì ad aspettarci e facevamo il giro di tutti i parenti perché lei ci teneva a pulire tutte le tombe e a spiegarci le varie parentele (che noi ovviamente non ascoltavamo perché intente a giocare).Per noi era un appuntamento fisso, avevamo sempre molto da fare:raccogliere petali di fiori rinsecchiti e lumini mezzi vuoti per poi estrarne la cera e creare dei miscugli profumati e soprattutto avevamo la nostra "pizzeria"da aprire tutte le mattine proprio vicino alla tomba del nonno (un gioco che ci siamo inventate giocando su un vialetto di sassolini bianchi).
Ho appreso in età adulta che mio papà si era per anni preoccupato che queste "escursioni"ci potessero "nuocere"essendo cosi piccole...devo dire che per noi è sempre stato invece un momento di serenità che ricordiamo con gioia ancora oggi.
(Continuiamo comunque a far confusione con l'albero genealogico 😬😅)










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