STORIA DEI RIVA DI SANT'ALBINO
di S.Albino (Cascina Bastoni) - Monza
venerdì 12 dicembre 2025
venerdì 28 novembre 2025
CRIPPA - ORIGINE DEL COGNOME
Dal lato Teruzzi ho una trisnonna di nome Crippa Carolina (moglie di Antonio Teruzzi). Sono i genitori di mio bisnonno Teruzzi Eugenio, nonno di mio padre Teruzzi Renato.
martedì 25 novembre 2025
I RIVA VENDEVANO ANCHE MACCHINE PER CUCIRE (WITH ENGLISH TRANSLATION)
da Giorgio Riva:
Avevamo un agenzia Singer con insegna in metallo appesa sull' angolo tra via Marco d'Agrate e Via Fieramosca. La seguiva soprattutto mio papà Marco Riva che aveva anche organizzato un corso per le clienti che poi avrebbero acquistato la macchina da noi. Ma prima i vecchi Riva vendevano la macchina da cucire Necchi. Ricordo l'agente che arrivava con una auto giardinetta grigia. Ricordo anche un cartello pubblicitario con foto di vecchie macchine da cucire sotto la scritta Fratelli Riva fu Davide...Ma mi piacerebbe passare questi ricordi a voce...
SEWING MACHINES SOLD BY RIVA" – from Giorgio Riva:
We had a Singer agency with a metal sign hanging on the corner between via Marco d'Agrate and Via Fieramosca. It was mainly managed by my father Marco Riva, who had also organized a course for customers who would then buy the machine from us. But before, the old Riva family used to sell the Necchi sewing machines. I remember the agent who arrived in a gray station wagon. I also remember an advertising sign with photos of old sewing machines under the writing Fratelli Riva fu Davide... But I would like to share these memories orally...
venerdì 21 novembre 2025
BRAMBILLA - ORIGINE DEL COGNOME
BRAMBILLA
lunedì 11 agosto 2025
BESANA MARIA LUISA - LA MIA BISNONNA (LINK)
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Maria Luisa Besana, chiamata "nonna Marièt" dai suoi nipoti, nacque nel 1852 a Bernareggio, vicino a Monza. Figlia di Luigi Besana e Angela Nava, originari di Villanuova vicino a Bernareggio, rimase orfana in tenera età e iniziò a lavorare molto presto. Fin da piccola veniva caricata su un carro il lunedì mattina per lavorare in una filanda a Germanedo, vicino a Lecco, dove restava fino alla domenica, portando sempre con sé solo un paio di mutandine e del pane nero. I bambini trascorrevano le giornate immergendo le mani in acqua bollente per estrarre il filo di seta dai bozzoli. Maria Luisa aveva un fratello e una sorella più piccoli. Abitava in un cortile a Bernareggio, alla destra della chiesa, frequentando molto i cugini Vertemati che si prodigavano per supportare i tre minori Besana rimasti orfani.
Sposò Davide Riva, nato nel 1844 a Cascine Bastoni, Monza, sarto e postino, che sapeva leggere. Lei era analfabeta, ma aveva una spiccata capacità nel calcolo, dote utile quando aprirono un negozio di tessuti e vari generi. Pur con difficoltà, imparò a sillabare in veneranda età grazie ai nipoti (uno medico, due maestre e due ragionieri), ma non riuscì mai a leggere fluentemente. Era considerata intelligente e con la battuta pronta. La coppia ebbe sette figli: Guido, Paolo, Chiarina, Demetrio, Giuseppe, Irene — molto bella e timida, morta a 20 anni — e un figlio nato morto.
Davide Riva, suo marito, era un uomo gentile, mentre suo suocero Giovanni Riva era un patriarca autoritario, al contrario della moglie Anastasia Majno, piccola e dolce. Un episodio difficile accadde quando un figlio piccolo le morì: Davide non andò a lavorare in vigna e fu rimproverato duramente dal padre che lo colpì con uno schiaffo. Maria Luisa allora decise di lasciare subito quella casa e si trasferirono in un piccolo appartamento di Ercole Riva, fratello di Giovanni.
Nonostante le difficoltà, Maria Luisa visse una vita serena, affrontandola con il suo carattere deciso.
vedi anche:
https://rivasantalbino.blogspot.com/2014/09/la-mia-bisnonna-maria-besana.html
Francesco Besana, cugino
Vertemati Mauro, morto durante la prima guerra mondiale. Cugino
lunedì 4 agosto 2025
LUISA GAROFANO - 4/8/2025 - BIORGAFIE BREVI (GIA' NEL FILE)
LUISA GAROFANO, MIA
CUGINA
Nella
giornata di mercoledì 7/3/2018 si sono svolti a Sant’Albino i funerali di
Luisa Garofano, e la chiesa era gremita. Ci ha lasciato la notte del 6
marzo, all'età di 74 anni, a seguito di un intervento chirurgico al cuore non
riuscito. Il 21 giugno 2018 avrebbe compiuto 75 anni. Era la figlia di Amelia
Riva e la cugina (ma quasi una sorella maggiore) di Paolo Teruzzi.
Luisa è nata
a Zogno (Bg) nel giugno del 1943. La sua era una famiglia con radici profonde e
impegnate: il nonno paterno, “Bigio” Garofano, era un "trovatello"
piemontese, di Sovazza, tra lago Maggiore e Lago d’’Orta, diventato un mercante
di successo. Fu anche sindaco di Sovazza. La mamma, Amelia Riva, di
Sant’Albino, era figlia del “Paulin di Riva”, cappellaio che collaborò
all'organizzazione dei primi scioperi a Monza e alla creazione del Circolo
socialista “De Amicis” di S.Albino. Dopo aver perso il padre a undici anni e
aver affrontato la grave malattia della madre (una emorragia cerebrale) è
tornata a Sant’Albino, accudita dalla zia Enrica Riva, che le ha instillato "il
senso del rigore e della rettitudine morale e la passione per gli studi",
e dallo zio Renato Teruzzi, che l'ha avviata all'impegno politico.
Si è diplomata
col massimo dei voti al Liceo classico Zucchi di Monza come migliore
studentessa della città e si è laureata col massimo dei voti in biologia. È
stata immediatamente assunta nell’azienda farmaceutica Farmitalia dove ha
lavorato per tutta la sua carriera professionale. Per lunghi anni è stata ricercatrice
e ha legato il suo nome ad alcune ricerche importanti nel campo della cura
farmacologica. Luisa Garofano ha depositato brevetti per proteggere
le sue invenzioni, inclusi brevetti concessi dall'Ufficio brevetti e marchi
degli Stati Uniti (USPTO). Tra questi figurano:
- Anthracycline glycosides (Numero di brevetto: 6187758),
depositato il 27 agosto 1999 e concesso il 13 febbraio 2001, assegnato a
Pharmacia & Upjohn S.p.A..
- Isolation and characterisation
of genes resistant to anthracycline antibiotics (Numero di brevetto: 5665564),
depositato il 9 agosto 1993 e concesso il 9 settembre 1997, assegnato a
Pharmacia & Upjohn S.p.A..
- Synergistic composition
comprising a fibroblast growth factor and a sulfated polysaccharide, for
use as antiviral agent (Numero di brevetto: 5288704), depositato il 31 gennaio 1992 e
concesso il 22 febbraio 1994, assegnato a Farmitalia Carlo Erba S.R.L..
Negli ultimi
anni della sua carriera in un’ azienda ormai in crisi, "accettò per senso
di responsabilità di svolgere un ruolo dirigenziale impegnandosi a costruire in
accordo coi sindacati dei percorsi di “uscita” meno traumatici possibile per il
personale".
Luisa si è
calata nell'impegno politico e civile "sempre per senso del dovere e
senza ambizioni personali". È stata segretaria della Democrazia
Cristiana del quartiere S. Albino e ha portato il suo contributo in Parrocchia
con "impegno rigoroso e mai superficiale", collaborando
all'amministrazione dei beni parrocchiali e facendo parte del Consiglio
Pastorale. Per molti anni si è spesa nella gestione della Cooperativa
Cattolica, un'istituzione centenaria con finalità di solidarietà sociale.
Si è battuta affinché la vendita dei beni della Cooperativa non fosse una mera
operazione economica, riuscendo a far sì che la Cooperativa venisse rilevata
dalla Onlus il Brugo, che si occupa di disabilità, realizzando strutture
abitative per il “dopo di noi”. Ha anche partecipato alla Consulta di
quartiere, portando il suo "contributo critico, a volte la sua vis
polemica, ma anche il cuore, la passione civica e sociale, la capacità alla
fine di trovare una mediazione". Ha "elargito tempo e denaro
nell’assistenza e nell’aiuto di tanti cui si è accostata sempre con rispetto,
alla pari, solo per il senso del dovere che è stato la cifra della sua
esistenza".
Le
condoglianze giungono dai parenti della Svizzera e del Canada. I suoi nipoti la
ricordano come "zia Lulù", "più di una zia per tutti
noi", "un pilastro della nostra famiglia e un punto di riferimento;
forte e decisa ma anche sempre disponibile ed attenta con noi, con tutti... una
figura come non ne esistono più". Ha lasciato "dei fili che
ognuno di noi può raccogliere e continuare a tessere per il bene di ciascuno e
della nostra comunità: la fede, la sete di giustizia, il senso di
responsabilità e impegno nei confronti della famiglia e della società intera,
la solidarietà e l’attenzione ai più svantaggiati, il rigore ma anche la
capacità di mediare e soprattutto la rettitudine morale".
domenica 3 agosto 2025
I RIVA " DI FOI" - NUOVA IPOTESI SUL SOPRANNOME - Riva di Foi - New Hypothesis on the Nickname
I nostri sono i "Riva di Fòi".
Mi sto convincendo che Foi non significhi "matti" e che anche la spiegazione di Edoardo Fossati (vess à foi = essere al verde) non sia troppo attendibile. Penso che Foi possa essere il plurale di Follo
trovo in wikipedia: "Il toponimo Follo compare in un documento del 1197 e molto probabilmente deriva, come l'omonima Fullo presso Genova, o la città toscana Follonica, dal verbo latino fullare (pigiare, l'uva o i panni).
Io stesso ho trovato una località "Follo" presso Algua (BG), guarda caso su un torrente.
Dalla "Treccani":
follare v. tr. [lat. *fullare; cfr. fullo -onis «lavatore di panni»] (io fóllo, ecc.). – Propr., pestare il panno per sodarlo; estens., pigiare l’uva per fare il mosto. Nell’uso mod., sottoporre tessuti di lana o vinacce all’operazione della follatura. ◆ Part. pres. follante, anche come s. m., con sign. partic.: nell’industria tessile, sostanza usata nell’operazione della follatura (saponi, miscele di saponi con olî ad alto grado di solfonazione, ecc.) per facilitare l’imbibizione rapida e uniforme del tessuto.
Ho trovato ora varie località denominate "Follo" in varie zone del Nord Italia e un brano che illustra meglio la funzione del "Follo":
4. LA FABBRICAZIONE DELLA CARTA
Per molti secoli le cartiere costituirono una delle più interessanti applicazioni delle conoscenze tecnologiche trasmesse dall’età antica al medioevo. Come gli altri opifici che provvedevano a macinare i cereali, a “follare” la lana greggia, a battere i metalli o a segare i tronchi, anche i folli da carta sfruttavano l’energia idraulica, unica forza motrice non originata dal moto animale...
Dunque credo che i nostri antenati potessero forse stare in riva a qualche corso d'acqua o a qualche derivazione, lavatoio o analoghi che servissero appunto alla "follatura" dei tessuti, arte che dalle nostre parti è antichissima.
Cosa ne pensate?
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Ours are the "Riva di Fòi."
I'm becoming convinced that Foi doesn't mean "crazy" and that Edoardo Fossati's explanation (vess à foi = being broke) isn't entirely reliable either. I think Foi may be the plural of Follo.
I found it on Wikipedia: "The toponym Follo appears in a document from 1197 and most likely derives, like the homonymous Fullo near Genoa, or the Tuscan city of Follonica, from the Latin verb fullare (to press, grapes or cloth).
I myself found a place called "Follo" near Algua (BG), (not) coincidentally on a stream.
From the "Treccani":
follare v. tr. [Latin *fullare; cf. fullo -onis «clothes washer»] (I fóllo, etc.). – Prop., to crush cloth to firm it; ext., to press grapes to make must. In modern usage, to subject woolen fabrics or marc to the fulling process. ◆ Part. pres. follante, also as n. m., with particular noun: in the textile industry, a substance Used in the fulling process (soaps, soap mixtures with highly sulfonated oils, etc.) to facilitate rapid and uniform soaking of the fabric.
I have now found several locations called "Follo" in various parts of Northern Italy and a passage that better illustrates the function of the "Follo":
4. PAPER MAKING
For many centuries, paper mills were one of the most interesting applications of the technological knowledge transmitted from ancient times to the Middle Ages. Like other mills that ground grain, "fulled" raw wool, beat metal, or sawed logs, paper mills also exploited hydraulic power, the only motive force not derived from animal motion...
So I believe that our ancestors may have lived on the banks of a stream or diversion, a washhouse, or similar facility that served precisely for the "fulling" of fabrics, an art that is very ancient in our parts.
What do you think?
giovedì 31 luglio 2025
GAROFANO LUIGI (BIGIO) NONNO DI GAROFANO LUISA
Luisa è nata a Zogno (Bg) nel giugno del 1943. In realtà suo nonno paterno Luigi “Bigio” Garofano non era bergamasco. Era piemontese, montanaro del Mottarone, sopra il Lago Maggiore. Garofano era un cognome di fantasia perché era un “trovatello”. Pare fosse stato abbandonato con un piccolo lascito e un fazzoletto con uno stemma. Lui diceva che era dei D'Aragona. Potrebbe essere che fosse figlio illegittimo di qualche signore. Grazie anche a quel lascito venne adottato da una famiglia di Sovazza. Ma era sveglio, vivace e da giovanissimo cominciò a girare il Nord Italia per vendere ombrelli e poi tessuti. Alla fine si stanziò a Zogno dove coi figli pian piano realizzò una certa fortuna come “mercante”. Forse Luisa ha ereditato un po’ della tenacia schiva di quel montanaro piemontese. La moglie di Bigio si chiamava Clorinda (non ricordo il cognome). Era saggia. La Angela di Zogno e la Rina ne sanno di certo molto perché il nonno Bigio è vissuto con loro fino alla sua morte (a circa 90 anni). Era un bel tipo che mi pare avesse gli occhi azzurri e dei bei baffi. Sempre col panciotto con un orologio a cipolla e il cappello di feltro con la tesa rotonda. Penso fosse oculato nelle spese perché per anni scendeva al Bar sotto casa e prendeva il caffè corretto pagando sempre uguale e la Rina doveva saldare periodicamente la differenza. Mi pare sia stato anche sindaco di Sovazza che fino al 1929 fu comune.
Ha avuto vari figli che hanno vissuto a Zogno. Severino, papà di Luisa; Rosa (mamma di Rina, Luigi ed Angela Lazzaroni); Duccio (papà di Italo e Luigino Garofano), Gianni (papà di Angelo Garofano) e un altro di cui non ricordo il nome.
venerdì 30 maggio 2025
ANITA RADAELLI RICEVE LA "MENZIONE D' ONORE", RICONOSCIMENTO VOTATO DA TUTTI GLI ALLENATORI DELLE SQUADRE UNIVERSITARIE USA
All-America
Il riconoscimento più prestigioso conferito a un giocatore universitario per le sue prestazioni è la squadra nazionale All-America.
Gli atleti universitari sono riconosciuti dall'American Collegiate Water Polo Coaches Association.
Vengono votati da tutti gli allenatori dei club universitari d'America.
I vincitori ricevono certificati commemorativi per celebrare il loro traguardo.









